Vantaggi
Io sono passato dai luoghi dell’APPENA a quelli dell’ADESSO.
Negli ultimi anni ho messo in guardia tutti quanti ho raggiunto a vario titolo (collaboratori, clienti, amici) dalla sindrome dell’APPENA: il continuo rimandare a tempi futuri nell’attesa di completare qualcosa, di un tempo più propizio, di una condizione perfetta.
Abbandonare i luoghi dell’Appena (perché è un posto dove iniziamo a vivere mentalmente e poi, come è inevitabile, finiamo per vivere anche fisicamente) ha i suoi vantaggi. Significa smettere di usare incessantemente il verbo “devo” perché è questo il significato di APPENA: vorrei ma non posso perché devo fare prima qualcos’altro; vorrei ma devo aspettare.
Ad oggi non so quante volte nella mia vita APPENA abbia avuto il significato di “vorrei ma non posso” e quante, invece, di “vorrei ma non voglio”. Sì perché a volte i “devo” che ci imponiamo sono buoni, ottimi alibi per non fare o per fare altro.
Comunque, uscire dall’APPENA è liberatorio e responsabilizzante: fa scomparire i devo e fa apparire (materializzandoli chissà da dove) i voglio.
Purtroppo non sempre essere messi faccia a faccia con i nostri voglio é piacevole. A volte ci accorgiamo che ciò che desideriamo non è bello, non rispecchia ciò che crediamo di essere o ci sforziamo di diventare. Ci accorgiamo che, mentre diciamo di voler andare da una parte, quello che sentiamo è l’attrazione per un’altra direzione; insomma, in buona sostanza quando abbandoniamo il procrastinare continuo dell’APPENA materializzando i voglio, scopriamo le piccole e/o grandi incoerenze che ci portiamo dentro.
A volte i “devo” che ci imponiamo sono buoni, ottimi alibi per non fare o per fare altro.
Incoerenza
All’incoerenza è stato assegnato da sempre un ruolo di “cattiva” e non potrebbe esser altrimenti. Noi esseri umani tutti (pre)occupati dal controllo delle nostre vite così da scacciare la paura del domani, dell’ignoto, dell’incerto, ci siamo sempre più innamorati delle teorie che ci spiegano la realtà. Così facendo, abbiamo costruito una serie di modelli che ci hanno permesso di ri-conoscere ogni giorno sempre più aspetti dell’ambiente e delle persone intorno a noi, (credere) di capirne il funzionamento e, ancora più importante, (di presumere di esser capaci) di prevederne i comportamenti.
Abbiamo così modelli di previsione: per il meteo, per la borsa finanziaria, per il comportamento umano, per la salute, ecc. In questo modo sappiamo che tempo farà domani; quanto salirà un’azione o una moneta o il petrolio nei prossimi giorni; come si comporterà quel nostro amico o il nostro collaboratore in quella situazione (perché rientra in un certo profilo psicologico); come migliorerà il nostro livello di colesterolo se prenderemo per un mese quella data pillola. Lo sappiamo e ci sentiamo potenti, in controllo.
Possiamo decidere come organizzarci in funzione di ciò che dice il modello e così riuscire a vivere senza brutte sorprese. Sembra tutto bello, rassicurante (e noi esseri umani non smettiamo mai di cercare rassicurazioni, prima tra le braccia della mamma, poi tra quelle della cono-scienza).
E se i fatti non coincidessero con la teoria? Ci troveremmo di fronte all’incoerenza, brutta e cattiva direbbe mia figlia. Ci troveremmo di fronte alla pioggia quando è previsto sole; ad una perdita in borsa quando ci avevano prospettato solo guadagni; alla delusione (o se va meglio, solo sorpresa) dell’amico che si comporta diversamente da come ci aspettavamo. Incoerenza, incoerenza, incoerenza!
Qualcuno ha detto “quando i fatti non coincidono con la teoria, peggio per i fatti!” Ma io non mi trovo per niente d’accordo. E no! Perché i fatti sono io, sei tu, è la vita vera.
E allora che si fa? Nei casi (tanti) in cui i fatti non combaciano con le previsioni dobbiamo sintonizzarci con il presente, raccogliere tutte le nostre energie nel qui e ora, ADESSO e gestire il momento.
Nessuno sogna al di là del proprio talento.
Creatore
È proprio in questi istanti che la vita si accende. I colori diventano più vivi, il corpo riprende il suo ruolo di strumento e la mente smette di vagare tra i condizionali (vorrei, dovrei, mi piacerebbe, ecc.) che nascondo il vero intento di rimandare al futuro, per concentrarsi nell’unico posto in cui posso creare: l’ADESSO.
Sì, perché l’adesso non è un tempo ma è un luogo. Se hai coraggio, ti accorgerai che non esiste nessun tempo (almeno nessuno altro tempo in cui puoi creare). Esisti solo nell’ADESSO e solo dove esisti puoi creare.
Allontanare gli APPENA che ti sottraggono potere personale ti connette meglio o totalmente con l’ADESSO e qui, ora, ti accorgi che esisti e sei presente con il tuo potere di creare. Un potere che è perfetto in natura perché è nella quantità esatta che ti serve per fare ciò che vuoi se trovi il modo di impiegarlo interamente.
Probabilmente ti starai domandando se questa mia affermazione non sia troppo spinta e ottimistica. Immagino la tua voce: “ma come si può pensare che ho sempre avuto tutto il potere che mi serviva per fare ciò che volevo, quando ho ben presente i tanti limiti e le tante rinunce che ho dovuto affrontare nella mia vita fin qui?”
Credimi, hai ragione. Non ci si può credere che noi si abbia tutto il potere che serve per realizzare la vita che vogliamo. Non possiamo crederci perché nessuno ci insegna a farlo ed è così che la vita che vogliamo nel profondo ci sfugge.
Nessuno sogna una vita al di là del proprio talento ma, per esperienza professionale e umana so che, assai poche persone sanno cosa desiderano, sanno sentire cosa vogliono realmente e sono consci dei loro talenti. Ma è solo nell’ADESSO che possiamo fare queste scoperte, così come è solo nell’ADESSO che mettiamo a frutto ciò che abbiamo scoperto e sappiamo. Così si forma la nostra vita.
Consumando l’ADESSO la nostra vita prende forma, quella vita che è dove viviamo: un luogo in cui le incoerenze esistono perché le persone e la Natura creano al momento, e rispondono a ciò che accade ADESSO, a volte come pianificato, previsto, da manuale e altre in modo inatteso, imprevisto e contro ogni probabilità.
Rispondendo con tutto ciò che si ha “dentro” realizziamo fuori ciò che ci rappresenta, ciò che è l’immagine del nostro essere speciale che non sa sognare al di là del proprio talento (ricordi? come è dentro, così sarà fuori).
Usciamo dall’APPENA e scegliamo di vivere nell’ADESSO; accogliamo di buon grado il lavoro di imparare a sentire i nostri sogni, le spinte del talento intimo che ci mordono dentro, ora, per offrirci i voglio che sostituiscono i devo, e così manifestare il nostro potere personale reale costruendo la vita e quella persona che è chi possiamo essere veramente.